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20110128 FLC Campania – Sciopero FIOM: tute blu in piazza in tutta Italia. Cronaca della giornata e foto della manifestazione di Pomigliano d’Arco

28 gennaio 2011

vai alle foto della manifestazione regionale di Pomigliano d’Arco

Un lungo corteo di metalmeccanici, studenti, pensionati e lavoratori da ‘Pomigliano a Mirafiori…’ contro le scelte autoritarie di FIAT e Federmeccanica e per ribadire la necessità di democrazia e rappresentanza nei luoghi di lavoro.

Da www.cgil.it

Straordinaria, in tutta Italia, la mobilitazione delle tute blu della CGIL. Lo sciopero generale, indetto dalla FIOM CGIL, partito ieri (27 gennaio) dall’Emilia Romagna, ha coinvolto oggi i metalmeccanici impiegati nelle fabbriche del resto del paese, che hanno incrociato le braccia per otto ore. I dati di adesione.

Non solo metalmeccanici, ma anche, studenti, precari e pensionati hanno sfilato per le vie delle città, uniti per rivendicare ‘contratti e diritti’. Una protesta che arriva dopo gli accordi separati negli stabilimenti FIAT di Pomigliano, prima, e di Mirafiori poi, accordi che prevedono la cancellazione del Contratto Nazionale di lavoro e quindi dei diritti dei lavoratori. ‘Da Pomigliano a Mirafiori. Il Lavoro è un bene comune. Difendiamo ovunque contratto e diritti’ è infatti questo lo slogan portato oggi in piazza dai lavoratori metalmeccanici, ma anche ‘Per la libertà del lavoro’ e ‘Mirafiori: l’accordo della vergogna’.  E’ forte il grido di allarme lanciato dalle piazze italiane, in questa giornata di mobilitazione, come ha spiegato Maurizio Landini, Segretario generale della FIOM CGIL, dal palco a Milano: “oggi le fabbriche si sono fermate perchè i lavoratori non vogliono che il modello Marchionne si estenda, i lavoratori – ha proseguito – vogliono difendere un lavoro con i diritti e la dignità delle persone che lo fanno”.

Una giornata di protesta che ha coinvolto numerose città della penisola. Un enorme e lungo corteo ha unito i lavoratori metalmeccanici dal nord al sud dell’Italia, passando non solo per le città in cui sono presenti gli stabilimenti del gruppo FIAT (Torino, Cassino, Pomigliano, Termini Imerese, Melfi e Termoli), ma anche nelle regioni in cui ci sono aziende in lotta per difendere i posti di lavoro.

Di particolare rilievo la manifestazione a Torino, città che ospita lo stabilimento FIAT di Mirafiori, protagonista dell’ultimo referendum sull’accordo tra azienda e sindacati. Migliaia di manifestanti hanno dato vita ad un colorato corteo che, partito da Porta Susa ha raggiunto piazza Castello, dove un grande applauso ed un sentito ringraziamento ha accolto  tutte le lavoratrici e lavoratori di Mirafiori.

“Con il vostro coraggio e con il vostro voto avete riaperto una pagina della storia italiana” ha dichiarato dal palco Enrico Panini, Segretario Confederale CGIL, “quella pagina che parla della dignità del lavoro operaio, una pagina che qui si voleva chiudere”. Un ringraziamento particolare Panini lo ha dedicato ai 196 “eroi”, come li ha voluti definire, che hanno animato i ‘Comitati per il no’.

Una mobilitazione, quella di oggi, che ha visto in piazza la CGIL con tutte le sue categorie, al fianco dei metalmeccanici, perchè ha proseguito Panini “dove ci sono i lavoratori lì è il posto della CGIL e della FIOM”. L’accordo separato di Mirafiori, spiega il Segretario Confederale, “è la somma di deroghe e clausole vessatorie”, la protesta è nata perchè “non vogliamo che il modello di organizzazione della fabbrica autoritario, che si tenta di applicare a Mirafiori, si estenda”. Gli effetti di tale accordo, secondo Panini, “non vanno valutati in astratto”, ma su ciò che esso significa concretamente, cioè “sulle condizioni di vita dei lavoratori” e rivolgendo un invito a tutti gli entusiastici sostenitori, ha aggiunto, “lo vengano a valutare al montaggio”.

La democrazia e la rappresentanza nei luoghi di lavoro, torna quindi ad essere, un tema centrale ed urgente, è per questa ragione, come annunciato dal dirigente sindacale, che la CGIL ha lanciato per i prossimi mesi una campagna di mobilitazione sul tema, a cui si aggiungeranno le ‘marce per il lavoro’ che coinvolgeranno tutto il territorio nazionale.

Quello degli operai FIAT, ha spiegato Giorgio Airaudo, Segretario Nazionale FIOM CGIL, riferendosi al voto sull’accordo di Mirafiori, è stato un doppio atto di coraggio: il primo di chi a votato no, “nonostante i tentativi di provocazione”, il secondo di chi a votato si, perché costretto, ma che, “come spiegato la ricerca resa pubblica dall’economista Tito Boeri, nel 64% dei casi ritiene di non avere fiducia in Marchionne”, nelle sue promesse e nell’accordo. Quel si ottenuto di stretta maggioranza “è inutile”, aggiunge Airaudo, ed ora Marchionne deve riaprire le trattative.

Nel ribadire un giudizio negativo sull’azione di governo, “che non è stato neanche in grado di farsi spiegare da FIAT il piano industriale”, il dirigente FIOM CGIL ha ricordato che il sindacato “non rinuncerà mai al contratto nazionale e alla libertà di ogni singolo lavoratore di eleggere i propri rappresentanti e scegliere il suo sindacato”, l’opposto di quello che vorrebbe Marchionne.

In questa situazione, ha proseguito Airaudo, abbiamo il dovere di indicare percorsi che rendano i processi governabili, chiedendo più investimenti e indicando modelli di sviluppo sostenibili, perché questa è la strada per uscire dalla crisi economica, e non come vorrebbe Sacconi, limitando il diritto di sciopero nei settori privati.

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28 gennaio 2011

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Un lungo corteo di metalmeccanici, studenti, pensionati e lavoratori da ‘Pomigliano a Mirafiori…’ contro le scelte autoritarie di FIAT e Federmeccanica e per ribadire la necessità di democrazia e rappresentanza nei luoghi di lavoro.

Da www.cgil.it

Straordinaria, in tutta Italia, la mobilitazione delle tute blu della CGIL. Lo sciopero generale, indetto dalla FIOM CGIL, partito ieri (27 gennaio) dall’Emilia Romagna, ha coinvolto oggi i metalmeccanici impiegati nelle fabbriche del resto del paese, che hanno incrociato le braccia per otto ore. I dati di adesione.

Non solo metalmeccanici, ma anche, studenti, precari e pensionati hanno sfilato per le vie delle città, uniti per rivendicare ‘contratti e diritti’. Una protesta che arriva dopo gli accordi separati negli stabilimenti FIAT di Pomigliano, prima, e di Mirafiori poi, accordi che prevedono la cancellazione del Contratto Nazionale di lavoro e quindi dei diritti dei lavoratori. ‘Da Pomigliano a Mirafiori. Il Lavoro è un bene comune. Difendiamo ovunque contratto e diritti’ è infatti questo lo slogan portato oggi in piazza dai lavoratori metalmeccanici, ma anche ‘Per la libertà del lavoro’ e ‘Mirafiori: l’accordo della vergogna’.  E’ forte il grido di allarme lanciato dalle piazze italiane, in questa giornata di mobilitazione, come ha spiegato Maurizio Landini, Segretario generale della FIOM CGIL, dal palco a Milano: “oggi le fabbriche si sono fermate perchè i lavoratori non vogliono che il modello Marchionne si estenda, i lavoratori – ha proseguito – vogliono difendere un lavoro con i diritti e la dignità delle persone che lo fanno”.

Una giornata di protesta che ha coinvolto numerose città della penisola. Un enorme e lungo corteo ha unito i lavoratori metalmeccanici dal nord al sud dell’Italia, passando non solo per le città in cui sono presenti gli stabilimenti del gruppo FIAT (Torino, Cassino, Pomigliano, Termini Imerese, Melfi e Termoli), ma anche nelle regioni in cui ci sono aziende in lotta per difendere i posti di lavoro.

Di particolare rilievo la manifestazione a Torino, città che ospita lo stabilimento FIAT di Mirafiori, protagonista dell’ultimo referendum sull’accordo tra azienda e sindacati. Migliaia di manifestanti hanno dato vita ad un colorato corteo che, partito da Porta Susa ha raggiunto piazza Castello, dove un grande applauso ed un sentito ringraziamento ha accolto  tutte le lavoratrici e lavoratori di Mirafiori.

“Con il vostro coraggio e con il vostro voto avete riaperto una pagina della storia italiana” ha dichiarato dal palco Enrico Panini, Segretario Confederale CGIL, “quella pagina che parla della dignità del lavoro operaio, una pagina che qui si voleva chiudere”. Un ringraziamento particolare Panini lo ha dedicato ai 196 “eroi”, come li ha voluti definire, che hanno animato i ‘Comitati per il no’.

Una mobilitazione, quella di oggi, che ha visto in piazza la CGIL con tutte le sue categorie, al fianco dei metalmeccanici, perchè ha proseguito Panini “dove ci sono i lavoratori lì è il posto della CGIL e della FIOM”. L’accordo separato di Mirafiori, spiega il Segretario Confederale, “è la somma di deroghe e clausole vessatorie”, la protesta è nata perchè “non vogliamo che il modello di organizzazione della fabbrica autoritario, che si tenta di applicare a Mirafiori, si estenda”. Gli effetti di tale accordo, secondo Panini, “non vanno valutati in astratto”, ma su ciò che esso significa concretamente, cioè “sulle condizioni di vita dei lavoratori” e rivolgendo un invito a tutti gli entusiastici sostenitori, ha aggiunto, “lo vengano a valutare al montaggio”.

La democrazia e la rappresentanza nei luoghi di lavoro, torna quindi ad essere, un tema centrale ed urgente, è per questa ragione, come annunciato dal dirigente sindacale, che la CGIL ha lanciato per i prossimi mesi una campagna di mobilitazione sul tema, a cui si aggiungeranno le ‘marce per il lavoro’ che coinvolgeranno tutto il territorio nazionale.

Quello degli operai FIAT, ha spiegato Giorgio Airaudo, Segretario Nazionale FIOM CGIL, riferendosi al voto sull’accordo di Mirafiori, è stato un doppio atto di coraggio: il primo di chi a votato no, “nonostante i tentativi di provocazione”, il secondo di chi a votato si, perché costretto, ma che, “come spiegato la ricerca resa pubblica dall’economista Tito Boeri, nel 64% dei casi ritiene di non avere fiducia in Marchionne”, nelle sue promesse e nell’accordo. Quel si ottenuto di stretta maggioranza “è inutile”, aggiunge Airaudo, ed ora Marchionne deve riaprire le trattative.

Nel ribadire un giudizio negativo sull’azione di governo, “che non è stato neanche in grado di farsi spiegare da FIAT il piano industriale”, il dirigente FIOM CGIL ha ricordato che il sindacato “non rinuncerà mai al contratto nazionale e alla libertà di ogni singolo lavoratore di eleggere i propri rappresentanti e scegliere il suo sindacato”, l’opposto di quello che vorrebbe Marchionne.

In questa situazione, ha proseguito Airaudo, abbiamo il dovere di indicare percorsi che rendano i processi governabili, chiedendo più investimenti e indicando modelli di sviluppo sostenibili, perché questa è la strada per uscire dalla crisi economica, e non come vorrebbe Sacconi, limitando il diritto di sciopero nei settori privati.

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