18 aprile 2012
Se licenziano il lavoro pubblico, licenziano i diritti dei cittadini, questo lo slogan della manifestazione indetta dalla FLC e dalla FP il 23 aprile 2012 a palazzo Vidoni, sede del Ministero per la Funzione Pubblica.
Chiederemo il rinnovo dei contratti, il rilancio della contrattazione integrativa, il ripristino di un sistema di relazioni sindacali democratico e partecipato, lo sblocco delle assunzioni, la fine del precariato attraverso la stabilizzazione dei rapporti di lavoro, l’abrogazione della legge Brunetta, la definizione di regole condivise sulla mobilità, la modifica del nuovo sistema pensionistico.
Per anni il lavoro pubblico e i settori della conoscenza hanno subito tagli alle risorse, blocco delle assunzioni e precarizzazione del lavoro, i salari hanno perso sensibilmente il potere d’acquisto.
I provvedimenti del Governo Monti sulle pensioni, sulle liberalizzazioni, sul mercato del lavoro, gli inasprimenti fiscali, non hanno affrontato la crisi dei nostri settori, l’hanno aggravata.
Se il Governo pensa ad introdurre ulteriori forme di flessibilità in uscita nelle pubbliche amministrazioni la nostra reazione sarà durissima.
Servono invece investimenti per dare sviluppo e tornare a crescere. Senza questo, senza servizi pubblici di qualità, con meno istruzione e meno ricerca, il Paese sarà più povero, i cittadini saranno più poveri e con meno diritti.
18 aprile 2012
Se licenziano il lavoro pubblico, licenziano i diritti dei cittadini, questo lo slogan della manifestazione indetta dalla FLC e dalla FP il 23 aprile 2012 a palazzo Vidoni, sede del Ministero per la Funzione Pubblica.
Chiederemo il rinnovo dei contratti, il rilancio della contrattazione integrativa, il ripristino di un sistema di relazioni sindacali democratico e partecipato, lo sblocco delle assunzioni, la fine del precariato attraverso la stabilizzazione dei rapporti di lavoro, l’abrogazione della legge Brunetta, la definizione di regole condivise sulla mobilità, la modifica del nuovo sistema pensionistico.
Per anni il lavoro pubblico e i settori della conoscenza hanno subito tagli alle risorse, blocco delle assunzioni e precarizzazione del lavoro, i salari hanno perso sensibilmente il potere d’acquisto.
I provvedimenti del Governo Monti sulle pensioni, sulle liberalizzazioni, sul mercato del lavoro, gli inasprimenti fiscali, non hanno affrontato la crisi dei nostri settori, l’hanno aggravata.
Se il Governo pensa ad introdurre ulteriori forme di flessibilità in uscita nelle pubbliche amministrazioni la nostra reazione sarà durissima.
Servono invece investimenti per dare sviluppo e tornare a crescere. Senza questo, senza servizi pubblici di qualità, con meno istruzione e meno ricerca, il Paese sarà più povero, i cittadini saranno più poveri e con meno diritti.