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24 novembre 2015: la RICERCA protesta a Roma al Ministero della Funzione Pubblica

Invitiamo i lavoratori degli Enti di Ricerca a partecipare numerosi al presidio al Ministero della Funzione Pubblica a Roma martedì 24 novembre a partire dalle ore 10.30.

Anche dalla Campania partirà una delegazione in rappresentanza degli Enti di Ricerca della regione.

Forti le ragioni della protesta, a partire dalla legge di stabilità:

Se infatti passasse così com’è, l’infrastruttura della Ricerca pubblica, già smantellata da definanziamento, tagli e accorpamenti, si avvierà ad una fase di vera e propria chiusura. Chiusura dei centri di ricerca, espulsione dei precari, uscita da ogni ambito internazionale, messa a rischio di funzioni fondamentali di supporto e vigilanza in campo sanitario, idrogeologico, statistico.

Non solo nel provvedimento non ci sono assunzioni straordinarie, ma si subisce un taglio ulteriore e un nuovo blocco della contrattazione integrativa e riduzione dei salari. Dove sia finita la specificità degli Enti di Ricerca da valorizzare rispetto al resto della pubblica amministrazione sancito dal dl Madia è davvero difficile comprenderlo. Si chiederà conto anche di questo al Ministro Madia durante il presidio del prossimo 24 novembre.

E’ inconcepibile che il Governo disinvesta su un settore unanimemente individuato come strategico e vitale per risollevare l’economia.    Disperdere un patrimonio di professionalità consolidata e riconosciuta in tutto il mondo è una scelta grave, dissennata e pericolosa. La FLC CGIL e le Organizzazioni sindacali rappresentative intraprenderanno tutte le azioni necessarie per cambiare queste improponibili scelte politiche.

Approfondisci sul sito nazionale

Di seguito il comunicato sindacale:

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Rinnovo del Contratto, Valorizzazione della Ricerca Pubblica, Superamento del Precariato negli EPR:
Presidio Martedi 24 novembre ore 10.30 Palazzo Vidoni

Le Segreterie Nazionali FLC CGIL, FIR CISL, UIL RUA

Le Organizzazioni Sindacali FLC CGIL, FIR CISL e UIL RUA esprimono la preoccupazione e il disagio dei lavoratori di tutto il settore della Ricerca pubblica extra-universitaria per il DDL Stabilità, presentato al Senato, che non affronta quelle criticità che da troppo anni soffocano lo sviluppo scientifico e tecnologico dell’Italia.

La stessa risoluzione della VII commissione Senato, dell’ottobre 2014, aveva, in verità, focalizzato le problematiche del Settore e identificato soluzioni per consentire agli Enti Pubblici di Ricerca di operare senza assurdi ostacoli normativi e burocratici:

  • la creazione di una “governance” unitaria ed unica per la Ricerca pubblica;
  • la salvaguardia della specificità del settore all’interno del sistema pubblico;
  • il superamento dell’insufficienza delle risorse umane e finanziarie.

La Legge 124/2015 (legge Madia) sembra voler accogliere le indicazioni formulate dal Parlamento, ma nuove regole, peraltro ancora tutte da costruire, senza risorse restano una chimera e purtroppo nel Disegno di Legge di Stabilità non c’è riscontro alcuno degli impegni assunti.

Ancora una volta la Ricerca pubblica extra-universitaria figura come una sorta di “fantasma”:

  • Insufficienti risorse per il rinnovo del contratto di lavoro;
  • Riduzione dell’utilizzo del turn over;
  • Assenza di  un piano straordinario di assunzioni finalizzato al superamento del precariato;
  • Inadeguate risorse adeguate per il finanziamento delle attività.

Come ricorda il Presidente Mattarella “il Paese deve ritrovare fiducia nel proprio futuro”, e la “Ricerca è Futuro”; d’altra parte le disposizioni contenute nel DDL Stabilità non rispondono alle aspettative della Comunità Scientifica, deprimendo così anche gli interessi generali del Paese, soprattutto in concomitanza con l’introduzione del nuovo sistema di calcolo del PIL (ESA 2010) che trasforma le spese per Ricerca e Sviluppo da costi intermedi a spese per investimento.

Mentre i dati dimostrano che i nostri Ricercatori e i nostri Enti competono ai più alti livelli e con successo in ambito internazionale, la Ricerca pubblica extra-universitaria è del tutto trascurata. A parte insufficienti e contraddittori interventi rivolti al sistema universitario, tutto si incentra su massicci trasferimenti ed incentivazioni per le imprese.

Necessario una significativa inversione di tendenza affinché:

  • siano introdotte misure specifiche per il settore della Ricerca pubblica allargando gli spazi delturn-over e avviando un piano straordinario di assunzioni per il superamento del precariato;
  • siano garantite agli EPR risorse pluriennali adeguate, “certe e stabili”;
  • siano riconosciute, così come sollecitato dalla Comunità scientifica, la peculiarità normativa e l’autonomia contrattuale degli EPR e sia individuato un unico punto di “governance”;
  • siano mantenute le specificità contrattuali della Ricerca, attualmente messe in discussione dalla legge 150/2009. Tali specificità rappresentano l’impianto normativo di definizione e regolazione unificanti dell’ordinamento professionale di tutto il Personale degli Enti Pubblici di Ricerca: Ricercatori, Tecnologi, Tecnici e Amministrativi. 
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