Le segreterie regionali di CGIL, CISL e UIL, insieme alle categorie della scuola chiedono un incontro al Presidente della Regione Campania, per i gravi problemi dell’istruzione pubblica in Campania, che sarà ulteriormente impoverita nella sua qualità sia per la sottrazione di risorse, sia per una pessima impostazione del piano assunzionale e dei suoi meccanismi. Intanto mancano dirigenti scolastici, manca il personale ATA, ora a rischio di disoccupazione nella sua componente precaria (circa 700 lavoratori), mancano i soldi per tenere aperte le scuole, i CPIA stenteranno a partire, rimangonono irrisolte le gravi questioni delle emergenze formative, del tempo pieno della Campania, del gap di competenza che i nostri alunni avranno rispetto al resto del paese.
Non è il solito lamento del sud. La nostra è una richiesta di valorizzare la nostra vera ricchezza, la nostra cultura, la nostra intelligenza, il nostro saper fare.
Di seguito il testo della richiesta, in allegato il pdf.
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Al Presidente della Regione Campania
In questi giorni la legge 107/2015 sta producendo i suoi effetti, comportando una diffusa sofferenza tra i lavoratori della scuola statale. Circa 5000 lavoratori saranno assunti con contratto a tempo indeterminato nelle regioni del nord. Si tratta di un esodo che comporta una diffusa sofferenza che il nostro territorio pagherà non solo in termini di affetti familiari, ma anche per le diseconomie che si produrranno, con una nuova povertà delle professioni della conoscenza.
Ma gli effetti saranno negativi anche sul sistema scolastico e sul territorio: ogni insegnante che LAVORA DA ANNI in Campania è anche un punto nella rete di relazioni che rende viva una comunità di apprendimento. La rete sarà lacerata e l’efficacia formativa ancora mortificata. E sarà ancora più evidente il paradosso delle tante emergenze formative inevase a fronte di una migrazione intellettuale, altamente qualificata, che dovrà operare in altri contesti. Significa che la nostra regione continuerà ad essere in coda alle statistiche per tempo pieno (5% nella scuola primaria Campana mentre le regioni del nord vanno dal 45% al 90 %), analfabetismo di ritorno (47% della popolazione in età lavorativa in Campania), dispersione scolastica (ormai intorno al 20%), competenze linguistico letterarie e logico matematiche (poche sono le regioni, anch’esse meridionali, che stanno peggio della Campania).
A ciò si aggiunga che circa 500 scuole saranno governate da un dirigente scolastico in part time, a causa degli ostacoli frapposti all’assunzione dei nuovi 205 dirigenti scolastici, il cui annoso concorso e la cui graduatoria di merito sono oggi assolutamente ignorati. Per non parlare degli istituendi CPIA, centri per l’istruzione degli adulti, avviati tardi e male, tanto che qualche malcapitato dirigente che ne aveva chiesto la direzione, ha poi chiesto la revoca dell’incarico in quanto assolutamente privo di mezzi il locale assegnato, senza telefono nè strumentazione telematica! Infine, ma non per ultimo in ordine di importanza, si segnala la tragica situazione del personale ATA, escluso dal piano assunzionale e addirittura col concreto rischio di disoccupazione per centinaia di precari storici.
Se a questo stato di cose sommiamo la decontribuzione delle amministrazioni provinciali nei capitoli che riguardano il funzionamento degli istituti scolastici, la situazione viene in luce in tutta la sua drammaticità. Molti istituti superiori avranno problemi ad essere riscaldati, riparati o semplicemente a restare aperti e funzionanti.
Le organizzazioni sindacali rivendicano dunque la giusta attenzione politica alle problematiche dell’istruzione nelle peculiarità delle regioni meridionali, dove il disagio sociale richiede specifiche azioni di supporto per colmare il gap con le altre zone del paese e, dunque, un sistema efficace di educazione degli adulti, con un ventaglio di interventi sui fuoriusciti dal mondo del lavoro e contro la piaga dell’analfabetismo di ritorno, sui delicati temi dell’inclusione sociale e dell’immigrazione. Andare in un’altra regione a lavorare mentre in Campania mille bisogni formativi non trovano risposte, rende la sofferenza inaccettabile e crudele.
L’Amministrazione regionale non può rimanere inerte e disperdere risorse umane e relazioni sociali, a vantaggio di regioni più fortunate della nostra.
E questa non è la riproposizione della questione meridionale. Non è il solito “piagnisteo”!
Non vogliamo sussidi nè riteniamo di essere “poveri”.
Crediamo anzi che una sana progettualità politica debba investire e valorizzare la propria ricchezza intellettuale, coniugando un intervento di solidarietà nazionale con il possibile sviluppo delle conoscenze e delle competenze sulle direttrici dello sviluppo sociale ed economico regionale. Potrebbero essere anche più di 5000 le persone impegnate a lavorare per un futuro di prosperità in Campania.
Per questi motivi si chiede un incontro al Presidente della Regione Campania, al fine di esplorare possibili interventi e soluzioni agli annosi e ormai gravi problemi dell’Istruzione e formazione in Campania.
Fidando in un positivo riscontro le sottoscritte OO.SS. Porgono distinti saluti.
Napoli, 25 agosto 2015
Per le OO.SS. f.to
CGIL Tavella CISL Lucci UIL Rea
FLC CGIL Grillo CISL scuola Colonna UIL Scuola Cosentino